Issue #02

30 ottobre 2024

Contenuti:

Editoriale by Matteo Leonardi

NetZero Insight

Waiting for COP29

NetZero Agenda

Editoriale

By Matteo Leonardi
Director e Co-Founder di ECCO, the Italian climate think tank

L’ENERGIA PER DECARBONIZZARE L’INDUSTRIA

La decarbonizzazione industriale è fondamentale per la competitività europea, come sottolineato da Mario Draghi nel suo Rapporto per la Commissione europea. Le ampie differenze tra settori, regioni e metodi di produzione richiedono soluzioni molto specifiche, rendendo difficile la pianificazione di politiche di ampio respiro a livello nazionale ed europeo. Tuttavia è possibile vedere alcuni principi comuni.

Le emissioni generate dai processi produttivi, specifiche per ogni settore, rappresentano solo circa un terzo delle emissioni industriali, secondo i dati dell’inventario UNFCCC. Due terzi delle emissioni provengono dai processi di combustione, i quali sono invece molto simili tra loro. Si tratta di emissioni legate alla produzione di calore a varie temperature, utilizzato nei processi di lavorazione.

Esistono diverse opzioni tecnologiche sostenibili per la produzione di calore. Le principali sono l’elettrificazione diretta, l’idrogeno verde, l’e-metano (e in generale i gas di sintesi) e i biocarburanti. In teoria, la cattura del carbonio (CCS) può essere utilizzata nei processi di combustione, ma funziona molto meglio sui flussi di CO2 puri (ad esempio dalle emissioni di processo) che sui fumi di post-combustione, dove la concentrazione di CO2 è bassa e i costi di cattura proibitivi. Inoltre, il potenziale della CCS è limitato e dovrebbe essere applicato in via prioritaria alle emissioni di processo che non possono essere ridotte in altri modi, come ad esempio nella produzione di cemento.

Tra queste tecnologie, quella che offre prezzi energetici più bassi è senza dubbio l’elettrificazione. Questo perché l’idrogeno verde e i combustibili sintetici richiedono l’apporto di energia elettrica per la produzione, il che significa che l’efficienza energetica sarà inferiore a causa dei costi di produzione, trasporto e stoccaggio che si aggiungeranno a quelli dell’elettricità stessa, e quindi il costo sarà sempre superiore a quello dell’elettricità.

Secondo i calcoli di ECCO, per produrre lo stesso rendimento energetico da una pompa di calore di ultima generazione (COP4) alimentata con 1kWh di elettricità rinnovabile, sarebbero necessari circa 6kWh se si utilizzasse l’idrogeno al posto della pompa di calore, e 11kWh per l’e-metano, il che significa costi di input energetici 6 o 11 volte superiori rispetto all’elettrificazione diretta.

La domanda di elettricità rinnovabile per uso diretto nell’industria si espanderà e continuerà a crescere, spinta inizialmente dall’alta efficienza delle pompe di calore nella produzione di calore a bassa e media temperatura per usi industriali, e successivamente da qualsiasi uso diretto che risulti più competitivo rispetto ai combustibili sintetici. L’uso dell’idrogeno e del metano, più costosi, sarà riservato ai processi ad alta temperatura in cui l’uso dell’elettricità è impossibile o talmente inefficiente da assorbire tutti i vantaggi di prezzo.

Il ruolo dei biocarburanti sarà marginale, poiché la loro produzione sostenibile è limitata, la neutralità climatica discutibile e perché il loro prezzo è legato a quello dell’idrogeno e dell’e-metano, di cui sono diretti sostituti nei processi ad alta temperatura.

In un contesto in cui i prezzi dell’energia sono un fattore significativo per la competitività, è chiaro che l’elettrificazione diretta sarà l’opzione preferita dalla stragrande maggioranza dei produttori, laddove sarà tecnologicamente possibile (inizialmente per il calore a bassa e media temperatura). Da un punto di vista politico, quindi, concentrarsi sulla rimozione degli ostacoli all’elettrificazione è un’opzione no-regrets, che consentirebbe all’industria italiana ed europea di adottare l’opzione di decarbonizzazione che garantisce i costi operativi più bassi.

Per raggiungere questo obiettivo, il primo passo è accelerare il tasso di installazione delle fonti di energia rinnovabili a prezzi competitivi. L’Italia ha fissato un obiettivo del 69% di produzione lorda di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030, ma è in ritardo. Nel 2023 ha installato solo 5,8GW di generazione rinnovabile e a settembre solo 5,2GW nel 2024, a fronte di un obiettivo di 10GW di FER all’anno. Inoltre, la complessità dei processi autorizzativi, la struttura del mercato e l’incertezza normativa e legislativa aumentano i costi di generazione, limitando la competitività dell’elettricità per gli usi industriali.

Il secondo elemento è l’espansione e l’ammodernamento delle reti di trasmissione e distribuzione dell’elettricità in modo che siano in grado di gestire l’aumento della domanda. A ciò si aggiunge la complessa questione del bilanciamento di un sistema con un’alta penetrazione di generazione intermittente, che richiederà la creazione di accumuli a breve e lungo termine e lo sviluppo di meccanismi di risposta alla domanda. Entrambi sono fondamentali per garantire che l’industria possa beneficiare di una fornitura affidabile di elettricità senza timore di disconnessioni.

Vi è poi la questione chiave, già identificata dal Rapporto Draghi, di come garantire che i benefici di prezzo dovuti a una produzione di energia più economica da parte delle rinnovabili possano essere passati ai consumatori. Le modifiche alla tassazione dell’energia e alle strutture parafiscali delle tariffe sono una parte della soluzione, ma è necessaria una diversa organizzazione del mercato dell’energia per garantire che ciò avvenga. Solo così l’elettrificazione potrà garantire un costo operativo più conveniente rispetto alle attuali alternative fossili.

C’è, poi, un’altra considerazione da fare. Per le emissioni da combustione, il processo di elettrificazione può avvenire rapidamente una volta rimossi i blocchi – anche se non ovunque ciò avverrà allo stesso ritmo, o sarà possibile, perché ad esempio i processi ad alta temperatura potrebbero dover usare idrogeno verde, carburanti elettronici o biocarburanti. Tuttavia, per quanto riguarda le emissioni di processo, il quadro è più complicato, poiché i combustibili fossili sono talvolta utilizzati come materia prima, ad esempio nelle industrie chimiche, e non possono essere sostituiti dall’elettricità. In tutti questi casi, la dipendenza dal petrolio o dal gas naturale durerà ancora a lungo, fino a quando non sarà disponibile una soluzione tecnologica a costi accessibili, non sarà creato un nuovo processo produttivo o non saranno effettuati investimenti in combustibili alternativi. In alcuni casi, questa sostituzione non sarà possibile e i combustibili fossili continueranno a essere utilizzati con la tecnologia CCS.

È quindi importante sottolineare che mentre la maggior parte dell’industria si elettrifica e abbandona il gas naturale, coloro che sono costretti ad usarlo più a lungo dovranno sostenere una quota crescente di questo costo infrastrutturale. Il prezzo del gas è gravato da una serie di costi legati al pagamento degli investimenti per le infrastrutture costruite in passato. Qualsiasi nuova infrastruttura per il gas costruita ora imporrà un onere ancora maggiore, poiché dovrà essere ripagata da un bacino di utenti sempre più piccolo. Pertanto, infrastrutture come i rigassificatori galleggianti di GNL, il gasdotto adriatico SNAM o la metanizzazione della Sardegna dovrebbero essere sottoposte a una rigorosa valutazione costi-benefici, per evitare di gravare su industrie difficili da decarbonizzare con costi inutili, rendendole non competitive per molti anni a venire.

In conclusione, le politiche energetiche che l’Italia e l’UE porteranno avanti nei prossimi mesi e anni sono parte integrante del percorso di decarbonizzazione e competitività industriale. Sebbene le specificità della decarbonizzazione industriale richiedano un’attenta considerazione e un approccio settoriale, è già chiaro che il sistema energetico deve cambiare il suo orientamento, passando dal privilegiare il gas al privilegiare l’elettricità. Sebbene i combustibili verdi alternativi abbiano un ruolo importante da svolgere, non rappresentano delle vere e proprie alternative all’elettrificazione, ma soluzioni più costose che verranno impiegate solo laddove l’elettrificazione non è possibile.

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NETZERO INSIGHT

BY ECCO

World Energy Outlook 2024

Il World Energy Outlook (WEO) dell’Agenzia Internazionale dell’Energia esamina gli andamenti di mercato, le instabilità geopolitiche, le tecnologie emergenti, il ritmo della transizione verso le rinnovabili e i crescenti impatti dei cambiamenti climatici. Per questo è un rapporto sempre molto atteso, non solo da esperti e operatori del mondo dell’energia, ma anche del settore privato, della politica e della società civile.

L’edizione 2024, pubblicata lo scorso 16 ottobre, ha sottolineato come sicurezza energetica e decarbonizzazione siano sempre più connesse e, allo stesso tempo, messe a rischio dalle attuali tensioni geopolitiche e incertezze globali.

Secondo gli esperti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, si va definendo un nuovo contesto di mercato energetico, caratterizzato da pericoli geopolitici, ma anche da una fornitura rilevante di molteplici nuove tecnologie. Il concetto di sicurezza energetica sta subendo un’evoluzione rispetto al passato.

I dati evidenziano una capacità produttiva in eccesso per alcune tecnologie della transizione, in particolare il solare fotovoltaico e le batterie. Importante sottolineare una pressione al ribasso sui prezzi dell’energia, dovuta a una fornitura più ampia di petrolio e gas naturale liquefatto (GNL). Questo è un potenziale elemento negativo, in quanto aumenta il rischio di lock in tecnologico verso il gas. Lo stesso rapporto infatti afferma che “non si può escludere un continuo aumento della domanda di gas, ma ciò richiederebbe un forte rallentamento nell’implementazione delle tecnologie pulite e nei miglioramenti dell’efficienza”.

Il WEO 2024 evidenzia come la domanda globale di elettricità sia cresciuta a un ritmo doppio rispetto alla domanda energetica complessiva nell’ultimo decennio, ridefinendo i contorni di un nuovo sistema energetico maggiormente elettrificato. L’elettrificazione rimane quindi la principale leva per la decarbonizzazione. Tuttavia, se questa dovrà essere accompagnata da una crescita della produzione rinnovabile, onde evitare il rischio di un aumento della domanda di fossili per la produzione elettrica.

Il Rapporto pone inoltre l’accento sulla necessità di maggiori investimenti nelle reti elettriche e negli accumuli. Nonostante, infatti, la forte crescita delle rinnovabili quasi allineata all’obiettivo globale di triplicare la capacità installata al 2030 definito alla COP28 grazie soprattutto alla Cina, la traiettoria allineata al Net Zero rimane ancora lontana. La possibilità di raggiungere l’obiettivo 1.5°C, seppur con incertezze e complessità, esiste ancora, ma i governi devono mettere in atto piani di transizione nazionali e sistemi di monitoraggio nel rispetto degli impegni presi.

Infine, l’Agenzia Internazionale per l’energia ribadisce che i Paesi del Sud globale devono far fronte a un’enorme carenza e accesso ai fondi per consentire una rapida ed equa eliminazione dei combustibili fossili. Ciò sottolinea l’importanza che i governi ricchi si impegnino a raggiungere un nuovo obiettivo e nuovi meccanismi di finanziamento globale per il clima alla COP29.

La necessità di accelerare la transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili è evidente. L’energia pulita sta entrando nel sistema energetico a un ritmo senza precedenti, con oltre 560 GW di nuova capacità di energia rinnovabile aggiunti nel 2023, ma la diffusione è tutt’altro che uniforme tra tecnologie e Paesi.

WAITING FOR COP29

BY ECCO

Multilateralismo, Finanza e Uscita dalle Fonti fossili

Tra dieci giorni prenderà il via la ventinovesima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), la COP29. A Baku, in Azerbaigian, dall’11 al 22 novembre 2024, i leader e le delegazioni delle 198 Parti (all’interno dell’UNFCCC per Parti si intendono i Paesi partecipanti) si incontreranno per avanzare nell’azione climatica globale.

La COP29 rappresenta un momento di passaggio cruciale verso la tanto attesa COP30, che verrà ospitata a Belém, in Brasile, nel 2025, e che costituirà un’occasione per fare un bilancio sull’azione climatica globale, esattamente a metà della cosiddetta “decade critica” per il clima. Inoltre, Baku sarà una tappa fondamentale per dare continuità ai risultati ottenuti dalla comunità internazionale lo scorso anno a Dubai, e in particolare per rilanciare i target globali che impegnano i Paesi ad abbandonare le fonti fossili, triplicare la capacità installata di energia rinnovabile e raddoppiare gli sforzi di efficienza energetica entro il 2030. Insieme la presidenza azera della COP29, quella emiratina della COP28 e la presidenza brasiliana della COP30 formano la “Troika”, un’iniziativa congiunta per supportare la “missione 1,5°C” garantendo continuità ai risultati ottenuti e l’implementazione degli impegni assunti.
Anche quest’anno, in cima alla lista di priorità dei negoziati ci sarà la finanza. In particolare, uno degli acronimi con i quali dovremo familiarizzare sarà NCQG (New Collective Quantified Goal), ovvero il nuovo obiettivo di finanza per il clima. Il 2024 rappresenta la scadenza per trovare un accordo per il nuovo obiettivo – che sostituirà il precedente goal dei 100 miliardi annui. Questi fondi, a partire dal 2025, serviranno per aiutare i Paesi più vulnerabili ad affrontare i cambiamenti climatici e accelerare la transizione verso le rinnovabili delle loro economie. Il nuovo obiettivo dovrà inoltre riconoscere il bisogno di investimenti e identificare il supporto specifico dei Paesi più sviluppati, e quali saranno i Paesi che vi contribuiranno, così come tutte quelle riforme e azioni necessarie a mobilitare la finanza per lo sviluppo, attraverso le Banche Multilaterali di Sviluppo e la finanza privata. È necessario non solo aumentare i finanziamenti ma renderli accessibili e a costi contenuti, per consentire ai leader dei Paesi in via di sviluppo di impegnarsi a raggiungere obiettivi più̀ stringenti di riduzione delle emissioni e per permettere loro di affrontare meglio gli impatti climatici, costruendo resilienza. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, per allinearsi all‘Accordo di Parigi, gli investimenti annuali per l’energia pulita nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, esclusa la Cina, devono passare dagli oltre 300 miliardi di dollari previsti nel 2024 a oltre 1.000 miliardi di dollari all’anno tra il 2026 e il 2030, per poi arrivare a circa 1.900 miliardi di dollari nei primi anni del 2030. La COP29 sarà una tappa fondamentale tra lo storico accordo raggiunto lo scorso anno a Dubai sul “transitioning away” (uscita progressiva) dalle fonti fossili già a partire da questo decennio, e la COP30 di Belém, in Brasile. Quest’ultima farà da palcoscenico alla presentazione dei nuovi obiettivi e piani nazionali di riduzione delle emissioni al 2035, i cosiddetti NDCs (Nationally Determined Contributions). Questo processo, come previsto dall’Accordo di Parigi, ha il fine di contenere le temperature medie globali entro una crescita di +1,5°C entro il 2100, tramite azioni di mitigazione, adattamento e investimenti in finanza per il clima. La scienza afferma in modo inequivocabile che qualsiasi espansione dei combustibili fossili è incompatibile con l’obiettivo di 1,5°C. Infatti, un briefing del 2023 che esamina i percorsi che possono guidare la transizione energetica globale verso lo zero netto in modo sostenibile, mostra che dobbiamo tagliare la produzione globale di combustibili fossili del 6% ogni anno a partire dal 2022 per ridurre l’uso di combustibili fossili di circa il 40% nel decennio. I Paesi devono dunque pianificare il soddisfacimento delle loro esigenze di accesso all’energia e dei loro obiettivi di industrializzazione e sviluppo senza aumentare la dipendenza e l’espansione dei combustibili fossili, sfruttando il vantaggio comparativo dei sistemi integrati di energia rinnovabile per l’accesso all’energia. Affinché́ questa transizione sia economicamente realizzabile ed equa, i Paesi del Sud globale hanno bisogno di un numero significativamente maggiore di finanziamenti altamente agevolati per il clima. Inoltre, quest’anno la COP avrà luogo in un contesto di forte sfiducia e frammentazione geopolitica, caratterizzato dall’insediamento della nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, dall’esito pochi giorni prima delle elezioni americane, da un Vertice dei Paesi G20 che si terrà a Rio de Janeiro in Brasile nel mezzo della COP e dai vari conflitti che affliggono sia il Nord che il Sud globale. Per questo, COP può diventare uno degli ultimi contesti internazionali in cui il multilateralismo non solo sopravvive, ma mostra anche che una modalità di cooperazione efficace ancora possibile attraverso il dialogo, l’ascolto e il compromesso.

14-16 Maggio 2025
Allianz MiCo, Milan

Be a catalyst for
a decarbonised economy

Be a catalyst for
Change

Be a catalyst for
Climate Transition

NETZERO AGENDA

BY ECCO

Italia

Novembre 2024

Disegno di legge di bilancio 2024-2026 (ove presentato dal Governo)

Europa

Martedì 5 novembre

Consiglio Affari economici e finanziari – link

Venerdì 8 novembre

Riunione informale di capi di Stato o di governo, Budapest – link

Venerdì 15 novembre

Consiglio Affari economici e finanziari (Budget) – link

Mondo

Lunedì 4 novembre

Pubblicazione rapporto delle Nazioni Unite sul divario di adattamento (Adaptation Gap Report)

Martedì 5 novembre

Elezioni presidenziali USA

Da lunedì 11 a venerdì 22 novembre

COP29 Baku, Azerbaijan

Lunedì 18 e martedì 19 novembre

Vertice dei Capi di Stato e di Governo del G20, Rio de Janeiro, Brasile

NetZero Makers è la newsletter bisettimanale pensata per gli stakeholder, i professionisti e le aziende impegnate nel percorso di transizione energetica e decarbonizzazione che ci accompagnerà fino a NetZero Milan Expo&Summit.
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A NetZero Milano crediamo fermamente che la necessità di un’ambiziosa azione industriale per il clima non debba mettere in secondo piano le sfide del mantenimento della competitività, per superare i potenziali rischi della deindustrializzazione – continuando a muoversi lungo percorsi di giusta transizione.

Per questo ci impegniamo a offrire ai nostri partecipanti, espositori e visitatori un evento che non sia autoreferenziale o celebrativo. Al contrario, non vogliamo perdere di vista il rapporto qualità-prezzo dell’evento e il suo vero orientamento al cliente.